DECENNIO
1980
1980
L’industria cremonese si afferma a livello nazionale
Assurto ai vertici di Confindustria Cremona nel maggio 1979, Edo Piacenza, titolare della Piacenza Rimorchi, inaugura gli anni Ottanta con un’attenzione spiccata per l’arricchimento infrastrutturale dei principali poli industriali del territorio, insistendo sul rilancio del porto fluviale e del canale navigabile per Milano. All’epoca, a sostenere il settore secondario cremonese era soprattutto la domanda interna, mentre quella estera risultava condizionata dall’andamento congiunturale sfavorevole di altri mercati, nonché dalla perdita di competitività di molti prodotti made in Cremona a limitata tecnologia. Nel comparto alimentare il marketing la fa da padrone, attraverso la pubblicità: Dondi decide di accompagnare ai vasetti di mostarda milioni di ricettari, che ne illustrano l’impiego in ogni pietanza. I salumifici – tra i quali si distinguono Negroni, Miglioli, Branchi e Bressani – aumentano il commercio al consumatore finale con marchio di fabbrica.
Agli sforzi di Piacenza, avrebbe fatto seguito il monito del successore Gino Villa, giovane rappresentante dell’imprenditoria cremasca. A suo dire, i colleghi avrebbero dovuto assumere piena consapevolezza «del ruolo che hanno e che dovranno sempre più avere nel rilancio dell’economia provinciale e nazionale».
«Gli anni Ottanta – ricorda Carlo Gosi, allora alla guida dei metalmeccanici e poi dell’Associazione industriali – erano stati teatro di duri scontri tra due mondi che non si amavano: quello imprenditoriale e quello sindacale». Per questo si sarebbe dovuto stimolare i lavoratori a «un sempre maggior arricchimento professionale», contro la «logica del garantismo e dell’assistenza» e «in armonia con i cambiamenti che la competizione internazionale» imponeva. Dal 1965, esisteva d’altronde, per iniziativa di Guido Grassi, una scuola di tecnologia molitoria, unica nel suo genere. Inizialmente i corsi pratici erano tenuti nelle officine dell’Ocrim e le lezioni teoriche presso l’Istituto Tecnico Industriale di Cremona, ma il grande successo dell’iniziativa convince l’azienda a costruire la ‘sua’ scuola che fu inaugurata nel 1979 a Cavatigozzi. Dopo trent’anni di attività didattica la scuola cambia sede, trasferendosi in un edificio appositamente ristrutturato.
Nella seconda metà del decennio, l’industria cremonese assiste a un crescendo positivo difficilmente riscontrabile negli anni precedenti, grazie agli ottimi risultati riportati da tutte le principali componenti del settore secondario. Nel comparto metalmeccanico, incrementano la propria produzione le imprese costruttrici di forni industriali per trattamenti termici, di tubi centrifugati, di scambiatori di calore, di motori elettrici per apparecchiature elettroniche, di serbatoi in inox, di parti staccate di autoveicoli, di macchine per l’agricoltura. Decisamente buoni anche i fatturati delle aziende del mobile e del legno.
Nel 1963 aveva frattanto iniziato la propria avventura imprenditoriale Giovanni Arvedi. Dopo aver fondato a soli 26 anni le sue prime due aziende – l’Arvedi commercio prodotti siderurgici e l’Ilta, produttrice a Robecco d’Oglio di tubi saldati in acciaio al carbonio e poi di tubi in acciaio inossidabile – nel 1973 vi affianca nella zona del porto canale il Tubificio Arvedi (poi Acciaieria Tubificio Arvedi), con una lavorazione a ciclo integrato dal rottame di ferro al tubo saldato. Il successo raggiunto porta nel 1980 all’acquisto dalla famiglia Falck della Società Celestri, tra le principali aziende commerciali e centro servizi di prodotti siderurgici in Italia. L’Arvedi è ormai un gruppo industriale che conta quattro aziende, produce e lavora circa mezzo milione di tonnellate di acciaio e dà lavoro ad oltre 800 dipendenti, la maggior parte dei quali residenti nel territorio cremonese. Le aziende produttive spiccano già per l’elevato livello tecnologico, sono dotate di impianti all’avanguardia, realizzano prodotti di qualità e conquistano posizioni di leadership in ambito nazionale e di rilievo in ambito europeo. Nel 1984 viene insignito del titolo di cavaliere del lavoro e nel 1989 viene eletto presidente dell’Associazione industriali di Cremona.

